Pascali Pino
Pino Pascali nasce nel 1935 a Polignano a Mare, trascorre l’adolescenza a Bari. In seguito si trasferisce a Napoli e si diploma al Liceo Artistico. Nel 1956 si trasferisce a Roma, dove si iscrive all’Accademia delle Belle Arti e frequenta le lezioni di Toti Scialoja (pittore e scenografo). Durante questi anni frequenta gli artisti del “gruppo di Piazza del Popolo”.
Dopo il diploma, conseguito con il massimo dei voti, comincia a lavorare come aiuto scenografo alla RAI. Nel contempo inizia una collaborazione, che diventerà poi continuativa, con Sandro Lodolo, titolare della Lodolo film, realizzando disegni, collages, acetati, cartoncini, foto per Caroselli, spot pubblicitari e sigle televisive.
Negli anni sessanta partecipa a varie mostre collettive e nel 1965 realizza la sua prima personale presso la Galleria romana La Tartaruga. L’anno successivo espone alla Galleria L’Attico. In soli tre anni ottiene un notevole riscontro da parte della critica e viene notato da influenti galleristi italiani e internazionali. Proprio all’apice della sua carriera, mentre alcune sue opere erano in mostra alla Biennale di Venezia, muore prematuramente a Roma l’11 settembre del 1968 per le conseguenze di un grave incidente in motocicletta, sua grande passione. La sua tomba si trova nel cimitero di Polignano a Mare.
Artista eclettico, vulcanico, Pascali fu scultore, scenografo e performer. Nelle sue opere riunisce le radici della cultura mediterranea (i campi, il mare, la terra e gli animali) con la dimensione ludica dell’arte: un ciclo di opere è dedicato alle armi, veri e propri giocattoli realizzati con materiali di recupero (metalli, paglia, corde) e molti suoi lavori ripropongono le icone e i feticci della cultura di massa.
Nella serie “Ricostruzione della natura”, iniziata nel 1967, Pascali analizza il rapporto tra la produzione industriale in serie e la natura. È ritenuto uno dei più importanti esponenti dell’arte povera, insieme a Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Mario Merz, Eliseo Mattiacci, Renato Mambor, Sergio Lombardo e Cesare Tacchi. Fu il primo a formalizzare le pozzanghere con l’acqua vera, da cui nacque la mostra “Fuoco immagine acqua terra” avvenuta all’Attico nel maggio del 1967.
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Pino Pascali (Bari, 19 October 1935 - Rome, 11 September 1968) Born to parents from Polignano a Mare, he spent his adolescence in Bari, where he attended the Liceo Scientifico, but, already repeating, he moved and graduated from the Art School of Naples. In 1956 he moved to Rome, where he enrolled at the Academy of Fine Arts and attended the lessons of Toti Scialoja. During these years he frequented the artists of the "Piazza del Popolo group".
After his diploma, achieved with full marks, he began working as an assistant set designer at RAI. At the same time a collaboration begins, which will later become continuous, with Sandro Lodolo, owner of Lodolo film, creating drawings, collages, acetates, cards, photos for Caroselli, commercials and television themes.
In the sixties he participated in various group exhibitions and in 1965 he made his first show at the Roman Gallery La Tartaruga. The following year he exhibited at the L'Attico Gallery. In just three years he obtained a remarkable response from critics and was noticed by influential Italian and international gallery owners. At the very peak of his career, while some of his works were on display at the Venice Biennale, he died prematurely in Rome on 11 September 1968 from the consequences of a serious motorcycle accident, his great passion. His grave is located in the cemetery of Polignano a Mare.
Eclectic, volcanic artist, Pascali was a sculptor, set designer and performer. In his works he brings together the roots of Mediterranean culture (fields, sea, earth and animals) with the playful dimension of art: a cycle of works is dedicated to weapons, real toys made with recycled materials (metals , straw, ropes) and many of his works reproduce the icons and fetishes of mass culture.
In the series “Reconstruction of nature”, begun in 1967, Pascali analyzes the relationship between industrial mass production and nature. He is considered one of the most important exponents of poor art, together with Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Mario Merz, Eliseo Mattiacci, Renato Mambor, Sergio Lombardo and Cesare Tacchi. He was the first to formalize puddles with real water, which gave rise to the exhibition “Fire image water earth” which took place at the Attic in May 1967.